Cosmologia indiana

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    " La carne tutta è come l'erba e la gloria degli uomini è tutta come i fiori nell'erba. L'erba avvizisce e il fiore appasisce, cadendo lontano. Ma le mie parole resteranno per sempre. "

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    Quello che viene detto in Kubera sull'Universo è ispirato alla cosmologia effettiva dell'Induismo, se siete curiosi riporto qui sotto la creazione dell'universo :ehsi:

    è tratto dal secondo-terzo capitolo del Bhagavada Purana (i Purana sono una raccolta di testi sacri), esiste un'edizione italiana del testo completo :ehsi:

    Note ed eventuali: Nella cosmologia indiana tutto è derivato di tutto. Brahma, Visnu e Shiva derivano da un'entità Originale, di solito chiamata sempre Visnu o Krishna, o più semplicemente Signore/Dio. Kali c'è, avvia l'universo al Kali Yuga, che è l'ultima fase del mondo prima della distruzione.
    Nella parte spoiler si accenna a un Avatar Cinghiale, infatti Visnu (quello nostro) per tenere in piedi l'Universo a volte si manifesta con degli Avatar che sono sue derivazioni dirette. Nel caso del Cinghiale si era manifestato come intervento per recuperare il pianeta Terra finito intorno a Plutone, dove si scontrò con un Asura (gli Asura sono una classe di divinità che vive in un altro sistema planetare rispetto a Indra e soci).


    "[...] all'inizio della creazione, il Signore Vishnu risveglia l'energia materiale, manifestando la forma universale. Creò dapprima Brahma e i Deva - Agni, Varuna, gli Asvini kumara, Surya, Vayu e le direzioni dello spazio - come manifestazioni del suo stesso essere divino, e diede loro la conoscenza e la potenza per manifestare e amministrare l'universo. Dopo mille anni degli esseri celesti, l'energia materiale generò gli esseri viventi secondo le loro tendenze e identificazioni.

    Il Signore, l'Anima Suprema dell'universo, appare addormentato nell'acqua dell'Oceano e genera gli esseri viventi attraverso la potenza dell'energia esterna, la Kala shakti ("potenza nera"), perciò il suo corpo trascendentale è di carnagione blu scuro. L'aggregato delle attività interessate degli esseri viventi si manifesta nella forma di un bocciolo di loto dall'ombelico di Vishnu. Di nuovo il Signore entra in quel fiore di loto come Kshirodakasayi Vishnu, l'Anima Suprema di tutti gli esseri, e genera la personificazione della conoscenza vedica, Brahma.

    Dopo aver meditato per lungo tempo, Brahma fu in grado di vedere il Signore e gli offrì delle bellissime preghiere. Con la benedizione del Signore, Brahma si stabilì fermamente nella consapevolezza spirituale, che lo rendeva capace di percepire la presenza della Divinità in ogni essere, e iniziò a formare i quattordici sistemi planetari abitati e i corpi dei vari esseri viventi a seconda delle differenti specie.

    Ci sono nove fasi successive nella creazione:

    - la prima è quella del mahattattva (l'aggregato totale della materia),
    - la seconda genera il senso di identificazione con la materia,
    - la terza manifesta la percezione sensoriale,
    - la quarta manifesta il senso di cognizione e di azione,
    - la quinta manifesta gli archetipi della realtà universale conosciuti come Deva,
    - la sesta manifesta il senso di ignoranza.
    - La creazione secondaria operata da Brahma inizia dalla settima fase, quella in cui vengono manifestati gli esseri immobili come le piante.
    - L'ottava fase manifesta gli animali inferiori, compresi i mammiferi e gli uccelli, che si dividono in ventotto ampie
    categorie.
    - L'ultima, la nona fase della creazione, manifesta gli esseri umani, gli esseri celesti, i Rakshasa e gli Yaksha, i Gandharva e le Apsara, i Siddha e Charana e Vidyadhara, e i vari tipi di folletti e fantasmi.'

    Ora arriviamo al pippotto sulle misure temporali per dirci quanto vivono le divinità, lo metto sotto spoiler dato che è un po' complesso :asd:

    'La particella più elementare che sta alla base della creazione è l'atomo, quasi invisibile anche dopo la dissoluzione dei corpi. Il calcolo del tempo si basa dunque come riferimento di misura fondamentale, sul tempo atomico, cioè sul tempo impiegato dall'atomo a coprire un particolare spazio. Un aggregato di sei atomi è grande abbastanza da poter essere osservato nella luce solare che penetra attraverso uno schermo.

    Il tempo richiesto per l'integrazione di tre di questi aggregati di sei atomi (chiamati trasarenu) è chiamato truti, la misura più piccola di tempo. Un vedha è composto da 100 truti, mentre un lava è composto di 3 vedha, un nimesa corrisponde a 3 lava, uno kshana a 3 nimesa, un kastha a 5 kshana, un laghu a 15 kastha, un nadika o danda a 15 laghu, un muhurta a 2 danda, e 6 o 7 danda formano un quarto del giorno o della notte, a seconda della stagione.
    La clessidra per misurare un danda si prepara con un contenitore di rame del peso di 6 pala: si pratica un foro con una lancetta d'oro del peso di 4 masa, lunga 4 angula. Quando il contenitore è posto sull'acqua, affonda in esattamente un danda.

    In ogni giorno e notte degli esseri umani ci sono 4 prahara. Quindici giorni e notti formano un paksha e un mese è formato da due paksha - uno bianco e uno nero. Un mese degli esseri umani equivale a un giorno e a una notte
    sui pianeti dei Pitri. Due mesi del tempo della Terra costituiscono una stagione, mentre sei mesi costituiscono un movimento completo del sole da sud a nord o viceversa. Due di questi movimenti completi, cioè un ciclo completo del sole, costituiscono un giorno e una notte degli esseri celesti, ma un intero anno del calendario terrestre. Gli esseri umani hanno una durata di vita di 100 di questi anni.

    Ci sono 5 definizioni diverse per le orbite del sole, della luna, delle stelle e degli altri corpi celesti, e tutti hanno dei cicli specifici.
    Un ciclo di quattro ere terrestri - Satya, Treta, Dvapara e Kali - costituisce 12.000 anni degli esseri celesti. Satya yuga dura 4800 anni celesti, Treta 3600, Dvapara 2400 anni e Kali 1200. Nell'era di Satya gli esseri umani seguono perfettamente i principi della religione, ma in ciascuna delle tre ere seguenti se ne perde un quarto.

    Mille cicli di quattro ere costituiscono un giorno o una notte di Brahma; quando finisce la sua giornata c'è una parziale distruzione dell'universo, in cui il sole e la luna perdono il loro splendore e gli abitanti dei pianeti più alti si trasferiscono a Janaloka perché il resto dell'universo è devastato dal fuoco. Quando Brahma si alza la mattina inizia un nuovo ciclo di creazione.

    In un giorno di Brahma si susseguono 14 Manu, ciascuno dei quali vive poco più di 71 cicli di 4 ere; ad ogni nuovo Manu vengono rinnovati i sette Rishi, Indra e gli altri esseri celesti e gli abitanti dei pianeti superiori.

    Brahma vive per cento dei suoi anni, cinquanta dei quali sono già trascorsi; il primo ciclo di ere nella seconda metà della vita di Brahma è stato caratterizzato dall'apparizione del Signore nella forma di Varaha, l'avatara cinghiale.'


    All'inizio della creazione Brahma generò dapprima i quattro grandi saggi chiamati Sanaka, Sananda, Sanatana e Sanat Kumara. Brahma si aspettava che si mettessero a loro volta a generare una discendenza, ma i Kumara non erano interessati e scelsero di conservare un aspetto infantile per non venire coinvolti in complicazioni dovute al fatto di essere più anziani di altri. Brahma non fu contento di questa disobbedienza, e dalla sua collera concentrata in mezzo alle sopracciglia apparve Rudra, che si manifestò in 11 forme che hanno lo scopo di distruggere l'universo al tempo della dissoluzione.

    In seguito Brahma generò dalle varie parti del proprio corpo i Rishi chiamati Marici, Atri, Angira, Pulastya, Pulaha, Kratu, Bhrigu, Vasistha, Kardama, Daksa e Narada. Nello stesso modo generò i quattro Veda (Rig, Yajur, Sama e Atharva), i Veda minori (Ayur, Dhanur, Gandharva, eccetera) e il quinto Veda (Purana e Itihasa), insieme a tutte le forme di conoscenza e
    cerimonie rituali.

    Infine generò la prima coppia di esseri umani - Svayambhuva Manu e Satarupa - che cominciarono a produrre una discendenza attraverso l'unione sessuale.

    Edited by Don Tarlo - 3/10/2019, 07:26
     
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    Se, come asserì Pitagora "i Numeri regnano sull'universo", allora i Numeri sono semplicemente i nostri delegati al trono, perché noi regniamo sui Numeri.

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    Ryo, leggi Kulagna :hura:
     
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    Ma grazie...
     
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